La scarsità di precipitazioni di questi ultimi anni, con conseguente scarso rifornimento delle falde acquifere, è ormai evidente a tutti, così come la crisi idricache ne deriva. Di conseguenza, è essenziale promuovere la diffusione di un approccio integrato, buone pratiche e una nuova filosofia sulla gestione del ciclo dell’acqua, partendo dalle strutture edilizie e dalle città, per sostenere la transizione del settore immobiliare e contribuire alla lotta contro il cambiamento climatico e alla promozione dello sviluppo sostenibile. Questo è il principale messaggio del position paper “Gestione efficiente dell’acqua: dall’edificio alla città”, presentato dal Green Building Council (GBC) Italia qualche settimana fa, in occasione della Giornata Mondiale dell’Acqua.

Il rapporto, curato dal gruppo di lavoro promosso dal GBC e guidato dal Professor Marco Maglionico dell’Università di Bologna, è incentrato sull’efficienza idrica nell’edilizia e nelle città, e fornisce un’analisi della situazione attuale: in un momento di crisi come quello attuale, infatti, sono numerose le organizzazioni, le istituzioni universitarie, le associazioni e i professionisti che si stanno impegnando per individuare nuove strade e strumenti per una gestione sostenibile della risorsa idrica a livello edilizio e urbano.

I cambiamenti climatici e l’aumento dell’urbanizzazione verificatisi a partire dalla metà del XX secolo hanno alterato in modo significativo il bilancio idrologico naturale a diverse scale territoriali, peggiorando l’insicurezza idrica, la sostenibilità degli ecosistemi e la loro capacità di preservarsi nel lungo periodo. Ciò richiede un’attenzione globale urgente sulla gestione dell’acqua, anche per quanto riguarda il settore immobiliare, al fine di individuare nuovi approcci e metodologie innovative per l’uso e la gestione di questa risorsa. Tutto ciò deve essere in linea con gli obiettivi di sviluppo sostenibile stabiliti dalle Nazioni Unite e definiti dall’Agenda 2030: l’obiettivo 6, infatti, sottolinea la necessità di garantire la disponibilità e la gestione sostenibile dell’acqua e delle strutture igienico-sanitarie per tutti.

La mancanza di acqua è uno dei problemi più gravi causati dal cambiamento climatico, che sta avendo un impatto negativo sul nostro pianeta. Questa crisi idrica rappresenta una delle tante difficoltà che stiamo affrontando, poiché la carenza e la disuguaglianza delle risorse stanno diventando sempre più importanti. Nel settore edilizio e immobiliare, considerare e affrontare la questione dell’acqua, insieme ad altri impatti ambientali ed energetici, è diventato un’urgenza ambientale, sociale ed economica.

Una politica lungimirante dovrebbe operare quindi non sulla scorta di modelli emergenziali e commissariali che, come ha ammesso lo stesso ministro Pichetto Fratin proprio qualche giorno fa, a margine della presentazione dell’Earth Day Italia 2023, si limitano a provare a gestire una situazione gravemente compromessa: “Al momento l’azione è riuscire a regolare quel poco di flusso di acqua a disposizione, specie al Nord. Non ci sono azioni specifiche che vadano oltre la regolazione, cioè la gestione e il coordinamento dei tanti enti che si occupano sia della parte idrica, che sono 2391, oppure della parte irrigua, con centinaia di consorzi che devono riuscire a tentare di averne per tutti. Il ruolo del governo, anche tramite il commissario che sarà nominato nei prossimi giorni, è proprio svolgere questa azione di raccordo. La situazione ci ha fatto render conto che da molti anni siamo fermi sulle opere infrastrutturali: si tratta di investire per evitare le perdite degli acquedotti, che sono il 40% di ciò che viene captato, creare le condizioni per avere le riserve idriche necessarie per l’irrigazione, ma anche lavorare sulle tecnologie per utilizzare meno possibile acqua.”

Il position paper, a mio avviso, suggerisce invece un approccio strutturale al problema della gestione idrica e propone un processo di rinnovamento su scala edilizia e urbana, che prevede una gestione efficiente delle risorse idriche integrate con gli aspetti energetico-ambientali. Tuttavia, raggiungere l’obiettivo di utilizzare le risorse idriche in modo sostenibile e conservarle quantitativamente e qualitativamente richiede ancora molto lavoro, soprattutto nelle aree urbane. Queste sono diventate sempre più complesse a causa del grande numero di attori coinvolti, della complessità della gerarchia delle autorità e della quantità insostenibile di acqua utilizzata per scopi civili.

Questa situazione non sembra migliorare, dato che le proiezioni future indicano che entro il 2050 due terzi della popolazione mondiale vivranno in contesti urbani. Se questo sistema di consumo “lineare” dovesse continuare, sarebbe necessario utilizzare oltre il 75% delle risorse naturali e produrre oltre il 50% dei rifiuti globali, oltre a emettere tra il 60% e l’80% dei gas serra. Ciò inoltre comporterebbe un peggioramento della situazione ambientale e demografica delle aree rurali, aggravando la crisi agricola e alimentare e il fenomeno della migrazione climatica.

La gestione dell’acqua nelle città è resa ancora più difficile dall’aumento costante delle aree urbane e dal cambiamento climatico, che porta ad un aumento sia degli eventi meteorici estremi che della durata dei periodi di siccità. Per affrontare questa situazione, è necessario utilizzare principi di circolarità dell’acqua e tecnologie verdi, in modo da rendere le aree urbane sostenibili e resilienti.

È importante adottare una visione integrata e attuare interventi volti a migliorare la gestione dell’acqua nelle aree urbane, definendo strumenti, metodologie e comportamenti in grado di ridurre la domanda di acqua, diminuendo così i consumi energetici e l’impatto ambientale dell’intera filiera edilizia e immobiliare.

Fabrizio Capaccioli, il vicepresidente del Green Building Council Italia, ha osservato che in Italia l’acqua non può più essere considerata una risorsa certa o garantita, a causa dell’assenza di precipitazioni costante, del progressivo aumento delle temperature e delle problematiche infrastrutturali tipiche del paese. Questa situazione ha causato difficoltà per una percentuale di popolazione che oscilla tra il 6% e il 15%, costretta a vivere in contesti di siccità severa o estrema.

Tuttavia, per affrontare questa sfida, ci sono ancora soluzioni concrete da adottare grazie ai protocolli di sostenibilità energetico-ambientali che suggeriscono le modalità per risparmiare acqua e migliorare il ciclo idrico. Sarebbe a questo punto importante che in abbinamento al recepimento della Direttiva Case Green il governo italiano si occupasse di allargare il discorso anche all’efficientamento idrico oltre che energetico, andando a sostenere finanziariamente bonus per la trasformazione del nostro patrimonio immobiliare in tal senso.

Figura 2 – Esempio di schema impiantistico di un edificio con recupero e riuso delle acque
meteoriche e grigie,

Articolo pubblicato in anteprima su ilfattoquotidiano.it

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